[Fonte: Repubblica]
ROMA - Le grandi centrali idroelettriche? Tra qualche decennio potrebbero essere solamente un ricordo. Niente più dighe, valli allagate, paesi sommersi, ecosistemi stravolti per produrre energia. Un gruppo di ricercatori dell'università di Pittsburgh sta lavorando a un progetto rivoluzionario: sostituire i colossali sbarramenti e le enormi turbine con una serie di sottili strisce di plastica che, adagiate sul letto dei fiumi e mosse dalla corrente, genereranno elettricità a basso costo senza modificare l'ambiente. Un primo esperimento sarà condotto nella cittadina statunitense di Vandergrift. Secondo le prime stime, con questo sistema sarà prodotto più del 20% dell'energia consumata dai circa 5mila abitanti.
A rendere possibile questa magia è il polivinildenfluoruro (PVDF), un polimero che genera una leggera corrente elettrica quando viene deformato. Gli studiosi hanno pensato di realizzare delle "alghe artificiali", e cioè delle strisce di questo materiale che possano essere mosse in continuazione dall'acqua. Il passo successivo è semplice: l'elettricità verrà accumulata in alcune batterie e potrà poi essere distribuita.
La scelta di Vandergrift, che sorge sulle rive del fiume Kiskiminetas e che si trova ad una quarantina di chilometri da Pittsburgh, è legata a motivi pratici, ma anche simbolici. Il paese un secolo fa era un importante centro di produzione dell'acciaio, ma ora sta cercando di distinguersi per l'impegno in difesa dell'ambiente, promuovendo l'installazione di pannelli solari e programmi educativi sul risparmio energetico. Un luogo perfetto, quindi, per un progetto che potrebbe consentire di sfruttare al meglio un'enorme fonte di energia pulita.
Nei prossimi cinque anni i ricercatori posizioneranno una struttura larga 27 metri e lunga 1600 metri sul letto del "Kiski" (i locali lo chiamano così). La densità e l'esatta lunghezza delle strisce di PVDF verranno definite più avanti, forse persino poco prima dell'installazione. In ogni caso, il team dell'università di Pittsburgh assicura che l'impatto sul fiume, che in quella zona è largo 35 metri, sarà minimo.
La fauna e la flora, insomma, non subiranno danni e si potrà continuare a pescare e a girare in barca. Anche dal punto di vista estetico non dovrebbero esserci particolari conseguenze. "Guardando tutto dall'alto - dice la professoressa Lisa Weiland a Discovery News - non sarà molto diverso da un insieme di alghe".
Secondo le prime stime, l'impianto potrà coprire tra il 20% e il 40% del fabbisogno energetico di Vandergrift. La tecnologia disponibile, in realtà, consentirebbe di fare ancora meglio, ad esempio utilizzando sostanze diverse dal PVDF, ma in questo modo l'impatto sull'ambiente sarebbe maggiore. "Ci sono materiali - spiega Lisa Weiland - che danno migliori risultati o hanno una più alta densità energetica, ma abbiamo deciso di sacrificare un po' di energia per mantenere in salute l'ecosistema".
La quantità di elettricità non sarà certo paragonabile a quella generata dai grandi impianti idroelettrici. La mastodontica "Diga delle tre gole", in Cina, a pieno regime permetterà ad esempio di produrre circa il 3% dell'energia consumata dall'intero gigante asiatico. Per costruirla, però, sono stati sommersi oltre mille villaggi ed è stato evacuato più di un milione di persone, mentre il nuovo gigantesco bacino d'acqua ha cambiato il microclima della zona.
I ricercatori statunitensi, invece, immaginano un futuro molto diverso. Gli impianti saranno più piccoli e potranno essere realizzati praticamente ovunque: non solo in montagna, ma persino sul fondo del mare. Come accade anche oggi, gran parte del lavoro sarà fatta gratuitamente dall'acqua. Ma la natura probabilmente non se ne accorgerà nemmeno.
Tuesday, September 2, 2008
Thursday, July 10, 2008
Grillo offende il capo dello stato...
... definendolo "Morfeo"...
AHAHAHAH
*
5 maggio 2006. «Tangentopoli. I silenzi di Napolitano sugli anni di Mani pulite. Nel suo libro “Una transizione incompiuta?”, il capo dello Stato si dimentica di raccontare la storia dei finanziamenti illeciti al Pci». (“Libero”)
*
10 maggio 2006. «Non riconosciamo Napoletano presidente della Repubblica: se dovessero andare in porto le verifiche sui 70 parlamentari sub judice per le irregolarità del voto, tutto può saltare». (Roberto Calderoli)
*
16 maggio 2006. «Sette anni di Purgatorio. Retorica, noia e finti applausi: il comunista Napolitano si insedia al Quirinale». (Vittorio Feltri)
*
16 maggio 2006. «L’ira di Berlusconi: è quasi un colpo di Stato». (“Il Giornale” sull’elezione di Napolitano al Quirinale)
*
17 maggio 2006. «Che errore applaudire Napolitano». (“Il Giornale”)
*
17 maggio 2006. «Il presidente ha fatto un discorso di parte. I nostri elettori non gli avrebbero mai battuto le mani». (Daniela Santanchè)
*
28 maggio 2006. «Quei rimborsi spese del compagno Napolitano. Gli sprechi di denaro pubblico intascati dal presidente». (“Libero”)
*
31 agosto 2006. «Anche Sogno aspetta scuse da Napolitano». (Giancarlo Lehner, “Libero”)
*
1 settembre 2006. «Caro Napolitano, e su Pol Pot niente scuse?». (Gennaro Sangiuliano, “Libero”)
*
3 settembre 2006. «Caso Ungheria. Napolitano & C. sollecitarono la repressione». (Francesco Forte, “Libero”)
*
26 settembre 2006. «Napoletano a Budapest. Lacrime di coccodrillo. Il pentimento del presidente, coma da tradizione Pci, è ipocrita». (Gianfranco Morra, “Libero”)
*
2 gennaio 2007. «Ecco il buonismo in salsa ex Pci». (Mattias Maniero, sulla lettera del presidente della Repubblica per il nuovo anno, “Libero”)
*
10 maggio 2007. «Tre cose che Napolitano non ha fatto (e non farà)». (Marcello Veneziani, “Libero”)
*
23 maggio 2007. «È già finito l’interventismo attivo del capo dello Stato? Davvero al Colle non si ha nulla di dire su un uomo di governo che pretende nomine ed epurazioni dal comandante della Finanza? Il silenzio di Napolitano, se persiste, non fa che accrescere la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni». (Francesco Storace sul caso Visco-Speciale)
*
18 luglio 2007. «La sinistra ha messo le mani su tutte le istituzioni, visto che hanno la presidenza della Repubblica, del Senato, della Camera, 11 giudici contro quattro nella Corte costituzionale, il Csm». (Silvio Berlusconi)
*
25 luglio 2007. «La prima stecca di Napolitano». (Massimo Teodori sui richiami del presidente al giudice Clementina Forleo, “Il Giornale”)
*
25 luglio 2007. «Napolitano & C. garantisti a metà». (Francesco Cossiga, “Libero”)
*
12 ottobre 2007. «Questo coro sta diventando noioso e Napolitano farebbe bene a rileggersi gli atti della Costituente quando era la sinistra ad opporsi alla introduzione dei senatori a vita nella Costituzione. Credo che questa sia una indignazione fasulla». (Francesco Storace in risposta alle critiche del Quirinale alle sue dichiarazioni contro la senatrice Rita Levi Montalcini)
*
13 ottobre 2007. «Se il presidente della Repubblica prende a calci un senatore, si becca la risposta. Non è intoccabile. Chi si ritiene intoccabile vuol dire che è affetto da amor di casta. Non è che se l’aggettivo “indegno” lo usa contro di me il presidente allora è un complimento, mentre se lo uso io contro di lui è un insulto. Dobbiamo metterci d’accordo sulla lingua italiana». (Francesco Storace)
*
«Giorgio Napolitano non ha alcun titolo per distribuire patenti etiche. Per disdicevole storia personale, per palese e nepotistica condizione familiare, per evidente faziosità istituzionale. È indegno di una carica usurpata a maggioranza». (www.storace.it)
*
16 ottobre 2007. «Non sono pentito di questo polverone, ho soltanto espresso un’idea, come prevede la costituzione… Il primo a doversi pentire di aver dismesso i panni dell’arbitro ed essere entrato in campo è il capo dello Stato». (Francesco Storace)
*
23 novembre 2007. «Espulsioni-deportazioni? Da che pulpito, Napoletano… Il capo dello Stato paladino dei romeni dimentica il suo placet al gulag Solgenitsyn». (“La Padania”)
«Cossiga “elogia” Giorgio Napoletano. “Un vero comunista”». (“Libero”)
*
8 dicembre 2007. «Napoletano non farà niente. Sa bene chi lo ha messo lì». (Roberto Castelli, “La Padania”)
*
27 dicembre 2007. «Ponzio Napoletano scarica Contrada: non è affar mio». (“Libero”)
*
11 febbraio 2008. «Napolitano, oltre ad avere militato nel Partito comunista italiano e nelle sue successive evoluzioni, null’altro pare abbia fatto se non l’essere il buon erede di quell’ideologia comunista, rivoluzionaria che non ha mai disdegnato la violenza. Per tali ragioni, crediamo che nessuno abbia nulla da imparare da una persona con questo curriculum». (Sergio Divina e Maurizio Fugatti, parlamentari della Lega, in occasione del conferimento a Napolitano del titolo di professore onorario dell’Università di Trento)
*
23 marzo 2008. «La cresta di Napoletano. I rimborsi gonfiati dell’onorevole Napoletano». (Vittorio Feltri, ripropone un articolo del 2004 sui rimborsi per l’europarlamentare Napolitano, “Libero”)
*
1 aprile 2008. «Sappiamo che ogni decisione del Consiglio dei ministri dovrà passare per le forche caudine di un capo dello Stato che sta dall’altra parte». (Silvio Berlusconi)
*
9 aprile 2008. «Faccio un caso di pura scuola. Se per ipotesi fosse eletto un altro capo dello Stato nella nostra parte politica, riterrei un dovere dare la seconda carica dello Stato, la presidenza del Senato, ad un esponente della sinistra. Ma questa è una ipotesi di pura scuola». (Silvio Berlusconi, “Omnibus”, La 7)
*
10 aprile 2008. «I Missili di Silvio. Berlusconi ora è sicuro di stravincere e annuncia: altro che inciuci, daremo alla sinistra la presidenza del Senato solo se Napoletano lascia libero il Quirinale». (Oscar Giannino, “Libero”)
AHAHAHAH
*
5 maggio 2006. «Tangentopoli. I silenzi di Napolitano sugli anni di Mani pulite. Nel suo libro “Una transizione incompiuta?”, il capo dello Stato si dimentica di raccontare la storia dei finanziamenti illeciti al Pci». (“Libero”)
*
10 maggio 2006. «Non riconosciamo Napoletano presidente della Repubblica: se dovessero andare in porto le verifiche sui 70 parlamentari sub judice per le irregolarità del voto, tutto può saltare». (Roberto Calderoli)
*
16 maggio 2006. «Sette anni di Purgatorio. Retorica, noia e finti applausi: il comunista Napolitano si insedia al Quirinale». (Vittorio Feltri)
*
16 maggio 2006. «L’ira di Berlusconi: è quasi un colpo di Stato». (“Il Giornale” sull’elezione di Napolitano al Quirinale)
*
17 maggio 2006. «Che errore applaudire Napolitano». (“Il Giornale”)
*
17 maggio 2006. «Il presidente ha fatto un discorso di parte. I nostri elettori non gli avrebbero mai battuto le mani». (Daniela Santanchè)
*
28 maggio 2006. «Quei rimborsi spese del compagno Napolitano. Gli sprechi di denaro pubblico intascati dal presidente». (“Libero”)
*
31 agosto 2006. «Anche Sogno aspetta scuse da Napolitano». (Giancarlo Lehner, “Libero”)
*
1 settembre 2006. «Caro Napolitano, e su Pol Pot niente scuse?». (Gennaro Sangiuliano, “Libero”)
*
3 settembre 2006. «Caso Ungheria. Napolitano & C. sollecitarono la repressione». (Francesco Forte, “Libero”)
*
26 settembre 2006. «Napoletano a Budapest. Lacrime di coccodrillo. Il pentimento del presidente, coma da tradizione Pci, è ipocrita». (Gianfranco Morra, “Libero”)
*
2 gennaio 2007. «Ecco il buonismo in salsa ex Pci». (Mattias Maniero, sulla lettera del presidente della Repubblica per il nuovo anno, “Libero”)
*
10 maggio 2007. «Tre cose che Napolitano non ha fatto (e non farà)». (Marcello Veneziani, “Libero”)
*
23 maggio 2007. «È già finito l’interventismo attivo del capo dello Stato? Davvero al Colle non si ha nulla di dire su un uomo di governo che pretende nomine ed epurazioni dal comandante della Finanza? Il silenzio di Napolitano, se persiste, non fa che accrescere la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni». (Francesco Storace sul caso Visco-Speciale)
*
18 luglio 2007. «La sinistra ha messo le mani su tutte le istituzioni, visto che hanno la presidenza della Repubblica, del Senato, della Camera, 11 giudici contro quattro nella Corte costituzionale, il Csm». (Silvio Berlusconi)
*
25 luglio 2007. «La prima stecca di Napolitano». (Massimo Teodori sui richiami del presidente al giudice Clementina Forleo, “Il Giornale”)
*
25 luglio 2007. «Napolitano & C. garantisti a metà». (Francesco Cossiga, “Libero”)
*
12 ottobre 2007. «Questo coro sta diventando noioso e Napolitano farebbe bene a rileggersi gli atti della Costituente quando era la sinistra ad opporsi alla introduzione dei senatori a vita nella Costituzione. Credo che questa sia una indignazione fasulla». (Francesco Storace in risposta alle critiche del Quirinale alle sue dichiarazioni contro la senatrice Rita Levi Montalcini)
*
13 ottobre 2007. «Se il presidente della Repubblica prende a calci un senatore, si becca la risposta. Non è intoccabile. Chi si ritiene intoccabile vuol dire che è affetto da amor di casta. Non è che se l’aggettivo “indegno” lo usa contro di me il presidente allora è un complimento, mentre se lo uso io contro di lui è un insulto. Dobbiamo metterci d’accordo sulla lingua italiana». (Francesco Storace)
*
«Giorgio Napolitano non ha alcun titolo per distribuire patenti etiche. Per disdicevole storia personale, per palese e nepotistica condizione familiare, per evidente faziosità istituzionale. È indegno di una carica usurpata a maggioranza». (www.storace.it)
*
16 ottobre 2007. «Non sono pentito di questo polverone, ho soltanto espresso un’idea, come prevede la costituzione… Il primo a doversi pentire di aver dismesso i panni dell’arbitro ed essere entrato in campo è il capo dello Stato». (Francesco Storace)
*
23 novembre 2007. «Espulsioni-deportazioni? Da che pulpito, Napoletano… Il capo dello Stato paladino dei romeni dimentica il suo placet al gulag Solgenitsyn». (“La Padania”)
«Cossiga “elogia” Giorgio Napoletano. “Un vero comunista”». (“Libero”)
*
8 dicembre 2007. «Napoletano non farà niente. Sa bene chi lo ha messo lì». (Roberto Castelli, “La Padania”)
*
27 dicembre 2007. «Ponzio Napoletano scarica Contrada: non è affar mio». (“Libero”)
*
11 febbraio 2008. «Napolitano, oltre ad avere militato nel Partito comunista italiano e nelle sue successive evoluzioni, null’altro pare abbia fatto se non l’essere il buon erede di quell’ideologia comunista, rivoluzionaria che non ha mai disdegnato la violenza. Per tali ragioni, crediamo che nessuno abbia nulla da imparare da una persona con questo curriculum». (Sergio Divina e Maurizio Fugatti, parlamentari della Lega, in occasione del conferimento a Napolitano del titolo di professore onorario dell’Università di Trento)
*
23 marzo 2008. «La cresta di Napoletano. I rimborsi gonfiati dell’onorevole Napoletano». (Vittorio Feltri, ripropone un articolo del 2004 sui rimborsi per l’europarlamentare Napolitano, “Libero”)
*
1 aprile 2008. «Sappiamo che ogni decisione del Consiglio dei ministri dovrà passare per le forche caudine di un capo dello Stato che sta dall’altra parte». (Silvio Berlusconi)
*
9 aprile 2008. «Faccio un caso di pura scuola. Se per ipotesi fosse eletto un altro capo dello Stato nella nostra parte politica, riterrei un dovere dare la seconda carica dello Stato, la presidenza del Senato, ad un esponente della sinistra. Ma questa è una ipotesi di pura scuola». (Silvio Berlusconi, “Omnibus”, La 7)
*
10 aprile 2008. «I Missili di Silvio. Berlusconi ora è sicuro di stravincere e annuncia: altro che inciuci, daremo alla sinistra la presidenza del Senato solo se Napoletano lascia libero il Quirinale». (Oscar Giannino, “Libero”)
Pensieri...
«... Mentre tornavamo alla nostra auto, passammo accanto a una botteguccia di abbigliamento, piena di abiti da poco prezzo e di maglie vivacemente colorate, con in vetrina due vecchi manichini che erano stati bianchi ed ora erano ritinti di nero. La bottega era male illuminata, ma nel retro potei intravvedere la figura di una giovane donna coreana che cuciva a mano, mentre un bambino dormiva accanto a lei. ‘La scena mi riportò alla mia infanzia, ai mercati dell’Indonesia: gli ambulanti, gli artigiani del cuoio, le vecchie che masticano la noce di betel e scacciano le mosche sulla loro frutta con scopini di corda… Ho sempre visto quei mercati di Jakarta per quel che erano: cose fragili, preziose. La gente che là vendeva i suoi beni poteva essere povera, anche molto più povera della gente che abita ad Altgeld (il quartiere più degradato di Chicago, dove Obama ha fatto lavoro volontario). Quella gente portava venti chili di legna da ardere sulle spalle ogni giorno, mangiava poco, moriva giovane. Eppure, nonostante tutta la loro povertà, nelle loro vite restava un ordine discernibile, un arazzo la cui trama è fatta di strade verso il mercato e di mediatori, di piccole tangenti da pagare e di usanze da osservare, i costumi di una generazione recitati ogni giorno in mezzo ai mercanteggiamenti e al rumore e alla polvere. Era la mancanza di tale coerenza a rendere Altgeld un posto così disperato, mi dissi».
L’altro giorno, l’aereo di Barak Obama ha dovuto compiere un atterraggio di fortuna a Saint Louis nel Missouri: uno degli scivoli gonfiabili d’emergenza s’era gonfiato da solo, e il pilota non riusciva a tenere l’assetto (altro che Merpati Airlines!). Non è un incidente che capita tutti i giorni.
L’altro giorno, l’aereo di Barak Obama ha dovuto compiere un atterraggio di fortuna a Saint Louis nel Missouri: uno degli scivoli gonfiabili d’emergenza s’era gonfiato da solo, e il pilota non riusciva a tenere l’assetto (altro che Merpati Airlines!). Non è un incidente che capita tutti i giorni.
NO CAV DAY
Caro Direttore,
quando tutta la stampa (Unità compresa), tutte le tv e persino alcuni protagonisti dicono la stessa cosa, e cioè che l’altroieri in Piazza Navona due comici (Beppe Grillo e Sabina Guzzanti) e un giornalista (il sottoscritto) avrebbero “insultato” e addirittura “vilipeso” il capo dello Stato italiano e quello vaticano, la prima reazione è inevitabile: mi sono perso qualcosa? Mi sono distratto e non ho sentito alcune cose - le più gravi - dette da Beppe, da Sabina e da me stesso? Poi ho controllato direttamente sui video, tutti disponibili su You Tube e sui siti di vari giornali, ma non vi ho ritrovato ciò che è stato scritto e detto da tv e giornali.
Nessuno ha insultato né vilipeso Giorgio Napolitano né Benedetto XVI. Nessuno ha “rovinato una bella piazza”. È stata, come tu hai potuto constatare de visu, una manifestazione di grande successo, sia per la folla, sia per la qualità degli interventi (escluso ovviamente il mio). Per la prima volta si sono fuse in una cinque piazze che finora si erano soltanto sfiorate: quella di Di Pietro, quella di molti elettori del Pd, quella della sinistra cosiddetta radicale, quella dei girotondi e quella dei grillini, non sempre sovrapponibili. E un minimo di rigetto era da mettere in conto. Ma è stata una bella piazza plurale, sia sotto che sopra il palco: idee, linguaggi, culture, sensibilità, mestieri diversi, uniti da un solo obiettivo. Cacciare il Caimano. Le prese di distanze e i distinguo interni, per non parlare delle polemiche esterne, sono un prodotto autoreferenziale del Palazzo (chi fa politica deve tener conto degli alleati, delle opportunità, degli elettori, di cui per fortuna gli artisti e i giornalisti, essendo “impolitici”, possono tranquillamente infischiarsi). La gente invece ha applaudito Grillo e Sabina come Colombo (anche quando ha chiesto consensi per Napolitano), Di Pietro, Flores e gli altri oratori, ma anche i politici delle più varie provenienze venuti a manifestare silenziosamente. Applausi contraddittorii, visto che gli applauditi dicevano cose diverse? Non credo proprio. Era chiaro a tutti che il bersaglio era il regime berlusconiano con le sue leggi canaglia, compresi ovviamente quanti non gli si oppongono.
Come mai allora questa percezione non è emersa, nemmeno nei commenti delle persone più vicine, come per esempio te e Furio? Io temo che viviamo tutti nel Truman Show inaugurato 15 anni fa da Al Tappone, che ci ha imposto paletti (anche mentali) sempre più assurdi e ci ha costretti, senza nemmeno rendercene conto, a rinunciare ogni giorno a un pezzettino della nostra libertà. Per cui oggi troviamo eccessivo, o addirittura intollerabile, ciò che qualche anno fa era normale e lo è tuttora nel resto del mondo libero (dove tra l’altro, a parte lo Zimbabwe, non c’è nulla di simile al governo Al Tappone). In Italia l’elenco delle cose che non si possono dire si allunga di giorno in giorno. Negli Stati Uniti, qualche anno fa, uscì senz’alcuno scandalo un libro di Michael Moore dal titolo «Stupid White Man» (pubblicato in Italia da Mondadori...), tutto dedicato alle non eccelse qualità intellettive del presidente Bush. Da dieci anni l’ex presidente Clinton non riesce a uscire da quella che è stata chiamata la «sala orale». In Francia, la tv pubblica ha trasmesso un programma satirico in cui un attore, parodiando il film «Pulp Fiction» in «Peuple fiction», irrompe nello studio del presidente Chirac, lo processa sommariamente per le sue innumerevoli menzogne, e poi lo fredda col mitra. A nessuno è mai venuto in mente di parlare di «antibushismo», di «anticlintonismo», di «antichirachismo», di «insulti alla Casa Bianca» o di «vilipendio all’Eliseo». Tanto più alta è la poltrona su cui siede il politico, tanto più ampio è il diritto di critica e di satira e anche di attacco personale. Quelli che son risuonati l’altroieri in piazza Navona non erano «insulti». Erano critiche. Grillo, insolitamente moderato e perfino affettuoso, ha detto che «a Napolitano gli voglio bene, ma sonnecchia come Morfeo e firma tutto», compreso il via libera al lodo Alfano che crea una «banda dei quattro» con licenza di delinquere. Ha sostenuto che Pertini, Scalfaro e Ciampi non l’avrebbero mai firmato (sui primi due ha ragione: non su Ciampi, che firmò il lodo Schifani). E ha ricordato che l’altro giorno, mentre Napoli boccheggia sotto la monnezza, il presidente era a Capri a festeggiare il compleanno con la signora Mastella, reduce dagli arresti domiciliari, e Bassolino, rinviato a giudizio per truffa alla Regione che egli stesso presiede. Tutti dati di fatto che possono essere variamente commentati: non insulti o vilipendi. Io, in tre parole tre, ho descritto la vergognosa legge Berlusconi che istituisce un’«aggravante razziale» e dunque incostituzionale, punendo per lo stesso reato - gli immigrati irregolari più severamente degli italiani, e mi sono rammaricato del fatto che il Quirinale l’abbia firmata promulgando il decreto sicurezza. Nessun insulto: critica. Veltroni sostiene che io avrei «insultato» anche lui, e che «non è la prima volta».
Lo invito a rivedersi il mio intervento: nessun insulto, un paio di citazioni appena; per il resto la cronistoria puntuale dell’ennesima resurrezione di Al Tappone dalle sue ceneri grazie a chi come dice Furio Colombo «confonde il dialogo con i suoi monologhi». Sono altri dati di fatto, che possono esser variamente valutati, ma non è né insulto né vilipendio. O forse il Colle ha respinto al mittente qualche legge incostituzionale, e non me ne sono accorto? Sono o non sono libero di pensare e di dire che preferivo Scalfaro e i suoi no al Cavaliere? Oppure la libertà di parola, conquistata al prezzo del sangue dai nostri padri, s’è ridotta a libertà di applauso? Forse qualcuno dimentica che quella c’è anche nelle dittature. È la libertà di critica che contraddistingue le democrazie. Se poi a esercitarla su temi quali la laicità, gli infortuni sul lavoro, l’ambiente, la malafinanza, la malapolitica, il precariato, la legalità, la libertà d’informazione sono più i comici che i politici, questa non è certo colpa dei comici.
Poi c’è Sabina. Che ha fatto, di tanto grave, Sabina? Ha usato fino in fondo il privilegio della satira, che le consente di chiamare le cose con il loro nome senza le tartuferie e le ipocrisie del politically correct, del politichese e del giornalese: ha tradotto in italiano, con le parole più appropriate, quel che emerge da decine di cronache di giornale sulle presunte telefonate di una signorina dedita ad antichissime attività con l’attuale premier, che poi l’ha promossa ministra. Enrico Fierro ha raccolto l’altro giorno, su l’Unità, i pissi-pissi-bao-bao con cui i giornali di ogni orientamento, da Repubblica al Corriere, dal “Riformatorio” financo al Giornale, han raccontato quelle presunte chiamate (con la “m”). Ci voleva un quotidiano argentino, il Clarin, per usare il termine che comunemente descrive queste cose in Italia: «pompini», naturalmente di Stato. Quello di Sabina è stato un capolavoro di invettiva satirica, urticante e spiazzante come dev’essere un’invettiva satirica, senza mediazioni artistiche né perifrasi. Gli ignorantelli di ritorno che gridano «vergogna» non possono sapere che già nell’antica Atene, Aristofane era solito far interrompere le sue commedie con una «paràbasi», cioè con un’invettiva del corifeo che avanzava verso il pubblico e parlava a nome del commediografo, dicendo la sua sui problemi della città. Anche questa è satira (a meno che qualcuno non la confonda ancora con le barzellette). Si dirà: ma Sabina ha pure mandato il papa all’inferno. Posso garantire che, diversamente da me, lei all’inferno non crede. Quella era un’incursione artistica in un genere letterario inaugurato, se non ricordo male, da Dante Alighieri. Il quale spedì anticipatamente all’inferno il pontefice di allora, Bonifacio VIII, che non gli piaceva più o meno per le stesse ragioni per cui questo papa non piace a lei e a molti: le continue intromissioni del Vaticano nella politica. Anche Dante era girotondino? Il fatto è che un vasto e variopinto fronte politico-giornalistico aveva preparato i commenti alla manifestazione ancor prima che iniziasse: demonizzatori, giustizialisti, estremisti, forcaioli, nemici delle istituzioni, e ovviamente alleati occulti del Cavaliere. Qualunque cosa fosse accaduta, avrebbero scritto quel che hanno scritto. Lo sapevamo, e abbiamo deciso di non cedere al ricatto, parlando liberamente a chi era venuto per ascoltarci, non per usarci come pedine dei soliti giochetti. Poi, per fortuna, a ristabilire la verità sono arrivati i commenti schiumanti di Al Tappone e di tutto il centrodestra: tutti inferociti perché la manifestazione spazza via le tentazioni di un’opposizione più morbida o addirittura di un inciucio sul lodo Alfano (ancora martedì sera, a Primo Piano, due direttori della sinistra «che vince», Polito e Sansonetti, proclamavano in stereo: «Chi se ne frega del lodo Alfano»). La prova migliore del fatto che la manifestazione contro il Caimano e le sue leggi-canaglia è perfettamente riuscita.
quando tutta la stampa (Unità compresa), tutte le tv e persino alcuni protagonisti dicono la stessa cosa, e cioè che l’altroieri in Piazza Navona due comici (Beppe Grillo e Sabina Guzzanti) e un giornalista (il sottoscritto) avrebbero “insultato” e addirittura “vilipeso” il capo dello Stato italiano e quello vaticano, la prima reazione è inevitabile: mi sono perso qualcosa? Mi sono distratto e non ho sentito alcune cose - le più gravi - dette da Beppe, da Sabina e da me stesso? Poi ho controllato direttamente sui video, tutti disponibili su You Tube e sui siti di vari giornali, ma non vi ho ritrovato ciò che è stato scritto e detto da tv e giornali.
Nessuno ha insultato né vilipeso Giorgio Napolitano né Benedetto XVI. Nessuno ha “rovinato una bella piazza”. È stata, come tu hai potuto constatare de visu, una manifestazione di grande successo, sia per la folla, sia per la qualità degli interventi (escluso ovviamente il mio). Per la prima volta si sono fuse in una cinque piazze che finora si erano soltanto sfiorate: quella di Di Pietro, quella di molti elettori del Pd, quella della sinistra cosiddetta radicale, quella dei girotondi e quella dei grillini, non sempre sovrapponibili. E un minimo di rigetto era da mettere in conto. Ma è stata una bella piazza plurale, sia sotto che sopra il palco: idee, linguaggi, culture, sensibilità, mestieri diversi, uniti da un solo obiettivo. Cacciare il Caimano. Le prese di distanze e i distinguo interni, per non parlare delle polemiche esterne, sono un prodotto autoreferenziale del Palazzo (chi fa politica deve tener conto degli alleati, delle opportunità, degli elettori, di cui per fortuna gli artisti e i giornalisti, essendo “impolitici”, possono tranquillamente infischiarsi). La gente invece ha applaudito Grillo e Sabina come Colombo (anche quando ha chiesto consensi per Napolitano), Di Pietro, Flores e gli altri oratori, ma anche i politici delle più varie provenienze venuti a manifestare silenziosamente. Applausi contraddittorii, visto che gli applauditi dicevano cose diverse? Non credo proprio. Era chiaro a tutti che il bersaglio era il regime berlusconiano con le sue leggi canaglia, compresi ovviamente quanti non gli si oppongono.
Come mai allora questa percezione non è emersa, nemmeno nei commenti delle persone più vicine, come per esempio te e Furio? Io temo che viviamo tutti nel Truman Show inaugurato 15 anni fa da Al Tappone, che ci ha imposto paletti (anche mentali) sempre più assurdi e ci ha costretti, senza nemmeno rendercene conto, a rinunciare ogni giorno a un pezzettino della nostra libertà. Per cui oggi troviamo eccessivo, o addirittura intollerabile, ciò che qualche anno fa era normale e lo è tuttora nel resto del mondo libero (dove tra l’altro, a parte lo Zimbabwe, non c’è nulla di simile al governo Al Tappone). In Italia l’elenco delle cose che non si possono dire si allunga di giorno in giorno. Negli Stati Uniti, qualche anno fa, uscì senz’alcuno scandalo un libro di Michael Moore dal titolo «Stupid White Man» (pubblicato in Italia da Mondadori...), tutto dedicato alle non eccelse qualità intellettive del presidente Bush. Da dieci anni l’ex presidente Clinton non riesce a uscire da quella che è stata chiamata la «sala orale». In Francia, la tv pubblica ha trasmesso un programma satirico in cui un attore, parodiando il film «Pulp Fiction» in «Peuple fiction», irrompe nello studio del presidente Chirac, lo processa sommariamente per le sue innumerevoli menzogne, e poi lo fredda col mitra. A nessuno è mai venuto in mente di parlare di «antibushismo», di «anticlintonismo», di «antichirachismo», di «insulti alla Casa Bianca» o di «vilipendio all’Eliseo». Tanto più alta è la poltrona su cui siede il politico, tanto più ampio è il diritto di critica e di satira e anche di attacco personale. Quelli che son risuonati l’altroieri in piazza Navona non erano «insulti». Erano critiche. Grillo, insolitamente moderato e perfino affettuoso, ha detto che «a Napolitano gli voglio bene, ma sonnecchia come Morfeo e firma tutto», compreso il via libera al lodo Alfano che crea una «banda dei quattro» con licenza di delinquere. Ha sostenuto che Pertini, Scalfaro e Ciampi non l’avrebbero mai firmato (sui primi due ha ragione: non su Ciampi, che firmò il lodo Schifani). E ha ricordato che l’altro giorno, mentre Napoli boccheggia sotto la monnezza, il presidente era a Capri a festeggiare il compleanno con la signora Mastella, reduce dagli arresti domiciliari, e Bassolino, rinviato a giudizio per truffa alla Regione che egli stesso presiede. Tutti dati di fatto che possono essere variamente commentati: non insulti o vilipendi. Io, in tre parole tre, ho descritto la vergognosa legge Berlusconi che istituisce un’«aggravante razziale» e dunque incostituzionale, punendo per lo stesso reato - gli immigrati irregolari più severamente degli italiani, e mi sono rammaricato del fatto che il Quirinale l’abbia firmata promulgando il decreto sicurezza. Nessun insulto: critica. Veltroni sostiene che io avrei «insultato» anche lui, e che «non è la prima volta».
Lo invito a rivedersi il mio intervento: nessun insulto, un paio di citazioni appena; per il resto la cronistoria puntuale dell’ennesima resurrezione di Al Tappone dalle sue ceneri grazie a chi come dice Furio Colombo «confonde il dialogo con i suoi monologhi». Sono altri dati di fatto, che possono esser variamente valutati, ma non è né insulto né vilipendio. O forse il Colle ha respinto al mittente qualche legge incostituzionale, e non me ne sono accorto? Sono o non sono libero di pensare e di dire che preferivo Scalfaro e i suoi no al Cavaliere? Oppure la libertà di parola, conquistata al prezzo del sangue dai nostri padri, s’è ridotta a libertà di applauso? Forse qualcuno dimentica che quella c’è anche nelle dittature. È la libertà di critica che contraddistingue le democrazie. Se poi a esercitarla su temi quali la laicità, gli infortuni sul lavoro, l’ambiente, la malafinanza, la malapolitica, il precariato, la legalità, la libertà d’informazione sono più i comici che i politici, questa non è certo colpa dei comici.
Poi c’è Sabina. Che ha fatto, di tanto grave, Sabina? Ha usato fino in fondo il privilegio della satira, che le consente di chiamare le cose con il loro nome senza le tartuferie e le ipocrisie del politically correct, del politichese e del giornalese: ha tradotto in italiano, con le parole più appropriate, quel che emerge da decine di cronache di giornale sulle presunte telefonate di una signorina dedita ad antichissime attività con l’attuale premier, che poi l’ha promossa ministra. Enrico Fierro ha raccolto l’altro giorno, su l’Unità, i pissi-pissi-bao-bao con cui i giornali di ogni orientamento, da Repubblica al Corriere, dal “Riformatorio” financo al Giornale, han raccontato quelle presunte chiamate (con la “m”). Ci voleva un quotidiano argentino, il Clarin, per usare il termine che comunemente descrive queste cose in Italia: «pompini», naturalmente di Stato. Quello di Sabina è stato un capolavoro di invettiva satirica, urticante e spiazzante come dev’essere un’invettiva satirica, senza mediazioni artistiche né perifrasi. Gli ignorantelli di ritorno che gridano «vergogna» non possono sapere che già nell’antica Atene, Aristofane era solito far interrompere le sue commedie con una «paràbasi», cioè con un’invettiva del corifeo che avanzava verso il pubblico e parlava a nome del commediografo, dicendo la sua sui problemi della città. Anche questa è satira (a meno che qualcuno non la confonda ancora con le barzellette). Si dirà: ma Sabina ha pure mandato il papa all’inferno. Posso garantire che, diversamente da me, lei all’inferno non crede. Quella era un’incursione artistica in un genere letterario inaugurato, se non ricordo male, da Dante Alighieri. Il quale spedì anticipatamente all’inferno il pontefice di allora, Bonifacio VIII, che non gli piaceva più o meno per le stesse ragioni per cui questo papa non piace a lei e a molti: le continue intromissioni del Vaticano nella politica. Anche Dante era girotondino? Il fatto è che un vasto e variopinto fronte politico-giornalistico aveva preparato i commenti alla manifestazione ancor prima che iniziasse: demonizzatori, giustizialisti, estremisti, forcaioli, nemici delle istituzioni, e ovviamente alleati occulti del Cavaliere. Qualunque cosa fosse accaduta, avrebbero scritto quel che hanno scritto. Lo sapevamo, e abbiamo deciso di non cedere al ricatto, parlando liberamente a chi era venuto per ascoltarci, non per usarci come pedine dei soliti giochetti. Poi, per fortuna, a ristabilire la verità sono arrivati i commenti schiumanti di Al Tappone e di tutto il centrodestra: tutti inferociti perché la manifestazione spazza via le tentazioni di un’opposizione più morbida o addirittura di un inciucio sul lodo Alfano (ancora martedì sera, a Primo Piano, due direttori della sinistra «che vince», Polito e Sansonetti, proclamavano in stereo: «Chi se ne frega del lodo Alfano»). La prova migliore del fatto che la manifestazione contro il Caimano e le sue leggi-canaglia è perfettamente riuscita.
Wednesday, July 2, 2008
Una ipotesi
C'è una intercettazione che fa molta paura al premier per cui il decreto sulle intercettazioni sta assumendo carattere di urgenza e probabilmente verrà varato - appunto - con decreto legge. Questa intercettazione pare - da indiscrezioni - che riguardi una conversazione tra la Carfagna e Berlusconi stesso.
Qualche maligno in rete ha fatto una IPOTESI che riporto di seguito.
Il fatto è che - secondo me - se anche questa stessa ipotesi fosse vera, non cambierebbe assolutamente nulla e non sposterebbe un solo voto.
Rassegnamoci: come diceva qualche giorno fa in televisione Luca Barbareschi (per an), l'italia è quella delle raccomandazioni: siamo fatti così e bisogna prenderne atto. Lo fanno tutti... "Certo" - ha aggiunto - "se dobbiamo cambiare il sistema... io sarei pronto..."; e ha lasciato cadere il discorso li. In altre parole, abbiamo la classe politica che la maggioranza degli italiani vuole.
L'unica possibilità di recupero di questo paese probabilmente è la sostituzione della televisione con internet su tempi molto lunghi...
C-...Pronto?
B- (voce bassa) …Mara..
C- Presidente...
B- Perchè mi chiami Presidente?
C- ...Come devo chiamarla?
B- (abbassa la voce ulteriormente)...Silvietto…
C- Ma... Presid...ehm...Silv...scusi... non mi viene
B- (alzando la voce) Te lo ordino!
C- Ok Silvietto...scusa...
B- Hai visto eh? Sono riuscito a farti ministro. Una cosa pazzesca. Era il mio regalo per te. Te l’avevo promesso.
C- Non doveva disturbarsi...ehm…non dovevi...
B- E’ incredibile, riesco a fare quello che voglio, e qualsiasi cosa faccia, anche la piu’ assurda, ho un plotone di gente assoldata (non t’immagini quanto mi costa) a dire che è una genialata. L'ho fatta grossa stavolta...dai…capisci anche tu che è veramente...hahaha... una cosa spropositata...hahahaha. Una che presentava in tv, che faceva la spalla a Magalli…a Magalli dico, in un programma di Michele Guardì...hahaha, ma ti rendi conto?..., tutto mi si puo’ dire ma non che non abbia il senso dell’umorismo...hahahaha.
C- (con voce un po’ triste) ...Sì, lo so, è divertente assai...
B- Dai... non volevo offenderti, non voglio sminuirti...tu sei meravigliosa... bellissima, lo sai che ti adoro...Sto scrivendo una canzone per te, in napoletano... con Apicella, sentirai...è bellissima, s'intitola "a'uagliùncella".
C- (quasi commossa) Grazie Silv...ietto…
B- Te lo meriti. Fossero tutte come te le giovani donne, l’Italia sarebbe un paese migliore.
Eheheheh…Mara…dovevi vedere la faccia di Bondi, Cicchitto e Tremonti, quando gli ho consegnato la lista dei ministri e hanno visto il tuo nome. Mi guardavano, ma non avevano il coraggio di contraddirmi, era tutto un : “Perfetto Presidente...Eccezionale... Che idea magnifica…gli italiani la ringrazieranno per questi segnali di novità” …che lecchini...Ogni tanto lo racconto a Fede, Confalonieri e a Dell’Utri e ci schiantiamo dalle risate.
C- Certo, immagino…
B-Gli dico sempre, "Ragazzi...guardate dove siamo arrivati…Le nostre aziende erano sommerse dai debiti, a momenti finivamo in galera, stava andando tutto a puttane e ora invece siamo ricchi sfondati, siamo i padroni dell’Italia e facciamo quello che vogliamo e gli italiani continuano a votarci…non ci si crede eh?"... e giu’ le risate...hahaha…non ti puoi immaginare…eheheh. Certo, a puttane in qualche modo ci siamo andati e continuiamo ad andarci...hahaha...(non parlo per te eh...ovviamente)...hahaha...sono proprio simpatico, cribbio.
C- Sì...veramente simpatico...è pure bello, lo sa...ehm..lo sai...
B- Sì, certo che lo so... ehehe
C- Pure io... sai che risate quando me l’hanno detto…Mara Carfagna ministro…non potevo crederci. Mi sono detta, che meraviglia, l’ha fatto per me. Ho fatto schiattare di invidia tutte le mie amiche…tutte quelle con cui ho fatto gli studi e i concorsi per Miss Italia e per presentatrice in tv.
B- Beh...sì...le conosco tutte...
C- Poi mi hanno detto della Brambilla, era inviperita.
B- Lo so, lo so...non me ne parlare. Era sicura di avere un ministero. Ma dove voleva andare?... è un po' volgarotta, su...Dai è ridicola...con quelle autoreggenti...Non ha certo la tua stessa classe, no no…
C- Ah... proposito...sai chi è stato il primo a telefonarmi e a congratularsi con me?
B- Non lo so, dimmelo.
C- Davide Mengacci…….(cade la linea)….
Qualche maligno in rete ha fatto una IPOTESI che riporto di seguito.
Il fatto è che - secondo me - se anche questa stessa ipotesi fosse vera, non cambierebbe assolutamente nulla e non sposterebbe un solo voto.
Rassegnamoci: come diceva qualche giorno fa in televisione Luca Barbareschi (per an), l'italia è quella delle raccomandazioni: siamo fatti così e bisogna prenderne atto. Lo fanno tutti... "Certo" - ha aggiunto - "se dobbiamo cambiare il sistema... io sarei pronto..."; e ha lasciato cadere il discorso li. In altre parole, abbiamo la classe politica che la maggioranza degli italiani vuole.
L'unica possibilità di recupero di questo paese probabilmente è la sostituzione della televisione con internet su tempi molto lunghi...
C-...Pronto?
B- (voce bassa) …Mara..
C- Presidente...
B- Perchè mi chiami Presidente?
C- ...Come devo chiamarla?
B- (abbassa la voce ulteriormente)...Silvietto…
C- Ma... Presid...ehm...Silv...scusi... non mi viene
B- (alzando la voce) Te lo ordino!
C- Ok Silvietto...scusa...
B- Hai visto eh? Sono riuscito a farti ministro. Una cosa pazzesca. Era il mio regalo per te. Te l’avevo promesso.
C- Non doveva disturbarsi...ehm…non dovevi...
B- E’ incredibile, riesco a fare quello che voglio, e qualsiasi cosa faccia, anche la piu’ assurda, ho un plotone di gente assoldata (non t’immagini quanto mi costa) a dire che è una genialata. L'ho fatta grossa stavolta...dai…capisci anche tu che è veramente...hahaha... una cosa spropositata...hahahaha. Una che presentava in tv, che faceva la spalla a Magalli…a Magalli dico, in un programma di Michele Guardì...hahaha, ma ti rendi conto?..., tutto mi si puo’ dire ma non che non abbia il senso dell’umorismo...hahahaha.
C- (con voce un po’ triste) ...Sì, lo so, è divertente assai...
B- Dai... non volevo offenderti, non voglio sminuirti...tu sei meravigliosa... bellissima, lo sai che ti adoro...Sto scrivendo una canzone per te, in napoletano... con Apicella, sentirai...è bellissima, s'intitola "a'uagliùncella".
C- (quasi commossa) Grazie Silv...ietto…
B- Te lo meriti. Fossero tutte come te le giovani donne, l’Italia sarebbe un paese migliore.
Eheheheh…Mara…dovevi vedere la faccia di Bondi, Cicchitto e Tremonti, quando gli ho consegnato la lista dei ministri e hanno visto il tuo nome. Mi guardavano, ma non avevano il coraggio di contraddirmi, era tutto un : “Perfetto Presidente...Eccezionale... Che idea magnifica…gli italiani la ringrazieranno per questi segnali di novità” …che lecchini...Ogni tanto lo racconto a Fede, Confalonieri e a Dell’Utri e ci schiantiamo dalle risate.
C- Certo, immagino…
B-Gli dico sempre, "Ragazzi...guardate dove siamo arrivati…Le nostre aziende erano sommerse dai debiti, a momenti finivamo in galera, stava andando tutto a puttane e ora invece siamo ricchi sfondati, siamo i padroni dell’Italia e facciamo quello che vogliamo e gli italiani continuano a votarci…non ci si crede eh?"... e giu’ le risate...hahaha…non ti puoi immaginare…eheheh. Certo, a puttane in qualche modo ci siamo andati e continuiamo ad andarci...hahaha...(non parlo per te eh...ovviamente)...hahaha...sono proprio simpatico, cribbio.
C- Sì...veramente simpatico...è pure bello, lo sa...ehm..lo sai...
B- Sì, certo che lo so... ehehe
C- Pure io... sai che risate quando me l’hanno detto…Mara Carfagna ministro…non potevo crederci. Mi sono detta, che meraviglia, l’ha fatto per me. Ho fatto schiattare di invidia tutte le mie amiche…tutte quelle con cui ho fatto gli studi e i concorsi per Miss Italia e per presentatrice in tv.
B- Beh...sì...le conosco tutte...
C- Poi mi hanno detto della Brambilla, era inviperita.
B- Lo so, lo so...non me ne parlare. Era sicura di avere un ministero. Ma dove voleva andare?... è un po' volgarotta, su...Dai è ridicola...con quelle autoreggenti...Non ha certo la tua stessa classe, no no…
C- Ah... proposito...sai chi è stato il primo a telefonarmi e a congratularsi con me?
B- Non lo so, dimmelo.
C- Davide Mengacci…….(cade la linea)….
Friday, June 27, 2008
E ci rompono ancora le palle con il nucleare... II
Jeremy Rifkin ci spiega perché i nostri politici dicono solo minchiate:
>> Terza Rivoluzione Industriale
>> Terza Rivoluzione Industriale
Subscribe to:
Posts (Atom)